venerdì 22 novembre 2013

Storie di contraddizioni grillesche: Grillo e lo zucchero sovvenzionato che costa troppo

Grillo ultimamente è sempre più incline a contraddirsi da solo, il che rende molto più facile la nostra pubblicazione di assurdità, anche se dall'altra parte non giova sicuramente al Paese (Grillo è leader di uno dei "big 3").
Anche in passato però tendeva un po' a dire una cosa e poi smentirla in base agli umori dei propri elettori/lettori.

Abbiamo trovato ad esempio questa storia legata allo zucchero. Dal suo blog Grillo in data 19 luglio 2005 Grillo tuonava contro le sovvenzioni ai produttori di zucchero. Leggiamo:


Il 14 luglio 400.000 persone hanno dimostrato contro l'abbassamento delle sovvenzioni allo zucchero imposto dal WTO all'Europa.
Anche il nostro Ministro Alemanno era in prima fila a difendere i 70.000 sovvenzionati in italia.
Produrre zucchero in Europa costa il triplo del prezzo internazionale, però l'Europa è uno dei maggiori esportatori.
Com'è possibile?
Secondo la teoria economica se da noi è così faticoso e costoso produrre zucchero, dovremmo importarlo dai Paesi dove i costi di produzione sono più bassi.
Questo lo insegnava Antonio Martino prima di essere modificato geneticamente da Berlusconi.
Continuare a produrre zucchero in Europa è come continuare a produrre le banane in Svezia o gli abeti in Congo.
Come potrebbe la Svezia diventare un esportatore di banane cresciute nelle serre del Circolo Polare sotto gli occhi delle renne?
Con le sovvenzioni.
Ogni 3 euro di zucchero europeo venduto, 1 euro lo mette il mercato, 2 euro li mette lo stato.
Così l'Europa può invadere il mercato con le sue eccedenze (10 milioni di tonnellate l'anno), rovinando i Paesi come il Brasile più adatti a produrre zucchero perchè hanno più sole, terra migliore e più manodopera.
A causa delle sovvenzioni ai produttori di zucchero, il Brasile ogni anno perde un miliardo di euro.
Questo è un effetto della globalizzazione. Domanda, offerta, competizione, libero mercato... sono termini ormai senza senso.

La famosa "mano invisibile" che regola il mercato di Adamo Smith, è ormai un pugno con il dito medio teso verso l'alto.

Ricordatevi "produrre zucchero in Europa costa il triplo", "Secondo la teoria economica se da noi è così faticoso e costoso produrre zucchero, dovremmo importarlo dai Paesi dove i costi di produzione sono più bassi" e "A causa delle sovvenzioni ai produttori di zucchero, il Brasile ogni anno perde un miliardo di euro".

Passa qualche mese, le regole cambiano (in meglio o in peggio non sta a noi deciderlo) e alcuni stabilimenti in Italia (ma non solo) di colpo rischiano la chiusura, cosa che poi è avvenuta. Tra l'altro fra poco cambieranno ancora (per chi volesse, qui tutta la stori.
Di colpo, ecco che il tono cambia: non più chiusure (perchè è questo che voleva) in Europa, ma andare contro una legge perchè questa farebbe chiudere stabilimenti in Italia (che fa parte dell'Europa, ricordiamolo) e andrebbero a favorire "i Governi agricoli forti del sud e del nord del mondo quali Brasile, Francia, Germania, Australia, India e le grandi aziende del nord che incasseranno 730 euro ogni tonnellata dismessa e le multinazionali che hanno delocalizzato nel sud che possono esportare maggiormente le loro produzioni." 

Ma come...prima si lamentava che il Brasile perdeva soldi e non si produceva nel terzo mondo (di cui fan parte i Paesi del Sud) e ora si lamenta che il Brasile ci guadagna e si vada a produrre nei paesi del sud??

@RebelEkonomist

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