venerdì 8 novembre 2013

Di Maio ferma la Camera sulla mensa. Zaccagnini non sa le regole degli appalti e Colletti...

Episodo alquanto ridicolo quello accaduto il 6 novembre alla Camera dei Deputati, la quale si è de facto fermata per un ordine del giorno, quello del grillino Di Maio, La Camera si ferma, i deputati litigano: "Dove pranziamo?"
il quale lamenta una sorta di congestionamento della mensa dei dipendenti della Camera (dove mangiano i parlamentari 'grillini'), mentre il ristorante di Montecitorio resta vuoto.

Today.it ha riportato la trascrizione integrale (non leggetela se siete già alterati). Da notare gli interventi grillini (ed ex grillini, come quello di Zaccagnini):


La Camera si ferma, i deputati litigano: "Dove pranziamo?"

LUIGI DI MAIO (M5S). Signor Presidente, colgo l'occasione semplicemente per spiegare quello che ormai è un problema che riguarda questo palazzo, cioè la questione del ristorante dei deputati e del ristorante dei dipendenti. Da quando è arrivato il MoVimento 5 Stelle qui c'è un consistente numero di parlamentari che utilizza la mensa dei dipendenti, in qualche modo anche congestionandola – facciamo anche un po' di mea culpa – e allo stesso tempo c'è il ristorante dei deputati che ha un calo di utenti. Quindi, questo ordine del giorno chiede di convertire il ristorante dei deputati in mensa self-service, in modo tale da potere praticamente creare la stessa condizione e lo stesso tipo di mensa. L'invito al ritiro o parere contrario del Collegio dei questori per noi non è accettabile e, quindi, chiediamo di porlo in votazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
LAURA BOLDRINI, Presidente. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.
ADRIANO ZACCAGNINI (M5S). Signor Presidente, in merito alla questione della mensa vorrei aggiungere, dato che ho dimenticato di farlo nel mio intervento sull'ordine del giorno, che è abbastanza assurdo che l'esternalizzazione della mensa sia stata affidata a una ditta inglese. Ora, l'ordine del giorno precedente non è stato accettato. Io mi auguro che questo punto, comunque, sia affrontato dal Collegio dei questori, anche per una questione di sicurezza nazionale, in quanto è abbastanza assurdo il fatto che noi, come italiani orgogliosi del made in Italy e delle nostre produzioni agroalimentari, ci riforniamo e ci cibiamo con cibo fornito da una ditta inglese, con scarsa qualità, tra l'altro, del cibo, perché conosciamo le lamentele e le criticità che sono state fatte emergere dagli stessi dipendenti della Camera, che non usufruiscono completamente del servizio della ditta e che vanno a mangiare fuori, proprio perché il cibo non è di qualità.


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 La Camera si ferma, i deputati litigano: "Dove pranziamo?
LAURA BOLDRINI, Presidente. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baroni. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO BARONI (M5S). Gentile Presidente, io credo che, dal tenore delle risposte rispetto alle richieste che stiamo avanzando, il percorso per riuscire ad affermare che non siamo all'interno di uno status di privilegio – uno status che spesso permette di «avanzare», appunto, lo status stesso invece del nostro lavoro, quasi come se questo status permettesse a noi parlamentari di evitare di lavorare – questo percorso, in cui il deputato Buonanno dice che possiamo avvicinarci al concetto di non essere dei privilegiati, sia ancora molto lungo, e le distanze siano veramente siderali in questo momento. Quindi il lavoro è veramente ancora da fare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
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La Camera si ferma, i deputati litigano: "Dove pra
LAURA BOLDRINI, Presidente. Colleghi, prima di continuare, vi informo che abbiamo ancora quindici ordini del giorno. Vorrei organizzare così il nostro lavoro, se siete d'accordo, andare avanti con gli ordini del giorno, poi fare una pausa e nel pomeriggio procedere con le dichiarazioni di voto. Quindi, se siete d'accordo, andiamo avanti, facciamo questo sforzo, così che prima della pausa finiamo le votazioni. Vorrei veramente però riuscire ad andare veloci, perché altrimenti...
ADRIANO ZACCAGNINI (M5S). Chiedo di parlare.
LAURA BOLDRINI, Presidente. No ! Deputato Zaccagnini, lei ha già parlato su questo tema. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colletti. Ne ha facoltà.
ANDREA COLLETTI (M5S). Signor Presidente, intanto ricordo che i questori riaprono la discussione quando si va a discutere su un ordine del giorno, quindi eventualmente è riaperta anche per coloro che sono intervenuti prima dell'intervento dei questori. Poi ringrazio il collega Giachetti...
LAURA BOLDRINI, Presidente. Sì, ma è il Governo che riapre la discussione, non il Collegio dei questori.
ANDREA COLLETTI (M5S). È uguale.
LAURA BOLDRINI, Presidente. Non è uguale. Non è uguale.
ANDREA COLLETTI (M5S). Ringrazio il collega Giachetti che ci ha informato – io non lo sapevo personalmente – dell'attività culinaria degli altri parlamenti, che confligge con i numerosi scioperi della fame che fa normalmente e quindi non so come lo possa sapere.
LAURA BOLDRINI, Presidente. Ma cosa c'entra (Commenti) ?
ANDREA COLLETTI (M5S). Cosa c'entra lo dico io. Ma ad ogni modo, visto che il questore Fontanelli si preoccupava della sorte dei dipendenti – e noi ci teniamo molto alla sorte dei dipendenti – potremmo fare una boutade: perché non apriamo il ristorante anche per i dipendenti sotto ? Così avremmo un aumento dell'occupazione, visto che questo Governo sta aumentando la disoccupazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
LAURA BOLDRINI, Presidente. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Artini. Ne ha facoltà.
MASSIMO ARTINI (M5S). Signor Presidente, io volevo far presente all'Aula qual è la situazione che è accaduta al Senato in merito proprio alla ristorazione. Al Senato, fino all'inizio della legislatura, il ristorante era stato chiuso proprio per alcune problematiche relative alla contribuzione e per il fatto che i senatori, dopo aver ripristinato prezzi più onerosi per loro stessi, avevano smesso di andare al ristorante perché era troppo caro. Con la nuova gestione dei nuovi questori il ristorante è stato aperto senza nessun onere per il Senato e mantenendo quelle qualità operative che l'onorevole Giachetti ci faceva presenti prima. Quindi, io rifletterei anche su questa situazione: senza oneri per la Camera per il medesimo servizio e con costi concordati con chi ha la gestione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
LAURA BOLDRINI, Presidente. Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 2/75. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 2/75, con il parere contrario del Collegio dei questori. Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge. Presenti 440, votanti 437, astenuti 3, maggioranza 219, hanno votato sì 113, hanno votato no 324.




Sull'ordine del giorno di Di Maio, beh, credo ci siano temi molto più importanti da discutere, però i grillini avrebbero dovuto metterlo in conto tempo fa, quando decisero di mangiare nella mensa dei dipendenti. Su questo si veda l'intervento di Giachetti che posterò fra un attimo.

Sull'intervento di Zaccagnini a riguardo della ditta inglese, lascio la parola a Buttiglione che impartisce l'ennesima lezione ad un grillino (beh, ex grillino):

La Camera si ferma, i deputati litigano: "Dove pranziamo?"


ROCCO BUTTIGLIONE (Udc). Signor Presidente, intervengo solo per ricordare, perché qualche volta me ne dimentico anch'io, che noi facciamo parte dell'Unione europea e che all'interno dell'Unione europea esistono delle regole per le quali si fanno delle gare europee, e non si possono privilegiare aziende nazionali nelle gare europee. Se il Parlamento di Londra facesse una gara europea e facesse vincere una ditta inglese invece che una ditta italiana che ha migliori requisiti, noi chiederemmo immediatamente alla Commissione europea di aprire una procedura di infrazione a carico dell'Inghilterra. Quindi, il fatto che la ditta sia britannica è totalmente ininfluente; lo è adesso e lo sarà anche nel prossimo bando di gara.
LAURA BOLDRINI, Presidente. La ringrazio per questa puntualizzazione





Sull'intervento di Colletti stendiamo un velo pietosissimo, sia per la discussione con la Boldrini (anche qui, altra manifestazione di ignoranza), sia per la frecciatina al deputato Giachetti (in sciopero della fame), il quale rispondendo a Di Maio aveva mostrato qualche conoscenza in più dei grillini sul tema, avanzando anche una proposta seria:

La Camera si ferma, i deputati litigano: "Dove pranziamo?"
ROBERTO GIACHETTI (Pd). Signor Presidente, io potrei avere un conflitto di interesse al contrario, nel senso che per me potreste chiudere sia la mensa che il ristorante: soprattutto in questo periodo non mi creerebbe alcun problema. Vorrei però dire all'onorevole Di Maio – e in questo vorrei invitarlo, se è possibile, a prendere in considerazione questa argomentazione ai fini di non porre in votazione – che noi dobbiamo guardare alle cose, possibilmente anche guardando fuori dall'Italia, infatti richiamiamo spesso il paragone con gli altri Paesi europei. Non penso che sia un argomento marginale, nel senso che capisco che simbolicamente serve dire: basta il ristorante, il privilegio e via dicendo. Però, in tutti i parlamenti, almeno europei – e penso che lo sappiate tutti – esistono i ristoranti all'interno delle istituzioni. Il problema è che a differenza di noi, questi ristoranti sono utilizzati come veicolo, anch'esso non unico, per fare in modo che anche la gente normale, attraverso l'andare al ristorante nelle istituzioni, conosca meglio le istituzioni, frequenti le istituzioni e via dicendo. Ci sono tanti ristoranti. In Germania il ristorante del Bundestag è aperto al pubblico. Allora, l'invito che io faccio, se c'è anche una gara – in questo senso non so se è condizionabile adesso, ma comunque è una cosa che si può vedere dopo – è non solo a tenere il ristorante della Camera, ovviamente risparmiando fin dove è possibile, ma a valorizzarlo molto di più. Infatti, certamente non sarà l'elemento essenziale, perché noi dovremmo fare molto meglio il nostro mestiere, però io ritengo utile fare in modo che ci sia un'occasione, la sera per esempio o nei giorni di festa, in cui magari si utilizzi il ristorante per fare delle visite all'interno della Camera. Potrebbe diventare una cosa che nell'immediato ci «rende» pensarla come un privilegio dei deputati, che poi ormai sappiamo non è più – e che al contempo invece può diventare un elemento che ci aiuta per far sì che vi sia una forma di avvicinamento all'istituzione. Dico ciò ovviamente anche in una prospettiva in cui questo potrebbe aiutarci a ridurre ancora di più quelli che possano essere i costi della Camera, sapendo peraltro – me lo ricordava giustamente l'onorevole Sereni – che quando parliamo del ristorante della Camera non parliamo di un ristorante qualunque, perché voi sapete che noi finiamo di votare all'una e mezza e quello è un ristorante che è in grado di fornire una quantità di pasti immediati, quindi con delle caratteristiche e un'organizzazione molto diverse rispetto a qualunque altro ristorante: se noi usciamo da qui ed andiamo in 140 in un ristorante non ci danno da mangiare, come è evidente. Quindi io suggerisco solo una riflessione dal punto di vista di quello che può essere invece in positivo l'utilizzo di un qualcosa, che non deve più rappresentare un privilegio – e lo è stato – per i deputati e per i parlamentari, ma invece una cosa in qualche modo positiva (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).




Questo è. Anche su temi poco importanti i grillini rimediano l'ennesima figuraccia. In più si è perso pure tempo rinviando altri ordini del giorno, forse più importanti.
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